Un convegno internazionale sull’utopia montessoriana per i 25 anni di Città Futura
La cooperativa, con sede a Trento, gestisce sul territorio della provincia 24 asili nido frequentati da più di 1000 bambini. Oltre 320 le persone occupate, prevalentemente donne.
Il programma della due giorni di studio prevede gli interventi di autorevoli docenti, formatori e scrittori, provenienti anche da università straniere. Stimolanti i laboratori della seconda giornata (sabato), su ambiente, musica, gioco, narrazione.
Sandra Dodi, presidente di Città Futura: “Dedichiamo questo convegno anche all’ ‘altra infanzia’: quelle numerose vite infantili a cui è stato tolto ogni diritto ed ogni possibilità di crescita e che hanno chiuso la loro esistenza nel mare nostrum, nel Mediterraneo".
Compie 25 anni Città Futura, la cooperativa sociale con sede a Trento in via Abondi che ogni mattina accoglie nelle sue strutture educative più di mille bambini.
Nata in un contesto socio culturale in cui dominava la figura della donna come angelo del focolare e l’ente pubblico incentivava le madri a stare a casa dal lavoro, la cooperativa è stata una delle protagoniste del lungo cammino dell’autodeterminazione delle donne, attraverso l’offerta di servizi educativi di alto livello rivolti alla prima fascia dell’infanzia.
Città Futura gestisce oggi sul territorio della provincia di Trento 24 asili nido: 22 in convenzione con vari Comuni, più due nidi privati. Ogni mattina frequentano queste strutture 1.028 bambini e bambine, che vengono seguiti dai 320 collaboratori della cooperativa, in larghissima maggioranza donne. Nei mesi estivi si aggiungono altri 800 bambini che frequentano i centri estivi gestiti dalla cooperativa.
Per festeggiare il traguardo dei 25 anni, Città Futura ha promosso insieme alla Fondazione Montessori Italia un convegno internazionale, articolato su due giornate di studio, con tema: “L’utopia montessoriana. Pace, diritti, libertà, ambiente”.
I fondamenti del metodo pedagogico di Maria Montessori sono diffusi in tutto il mondo, meno conosciuto è l’intreccio di motivi culturali che caratterizza il suo pensiero e la sua dimensione utopica. L’utopia montessoriana è vasta e profonda: dai diritti del bambino si allarga alla pace, all’ambiente, all’emancipazione femminile, fino all’edificazione di un “Mondo nuovo”.
Il programma del convegno propone gli interventi di autorevoli docenti, formatori, scrittori, nazionali e internazionali, tra cui Massimo Baldacci dell’Università di Urbino, Miguel Zabalza dell’Università di Santiago de Compostela, Franca Pinto Minerva professoressa emerita, Simonetta Ulivieri dell’Università di Firenze, Furio Pesci dell’Università La Sapienza di Roma, Massimiliano Fiorucci dell’Università di Roma Tre, Maria Grazia Riva dell’Università di Milano Bicocca, Bruno Tognolini, scrittore per bambini e Laura Marchetti dell’Università di Foggia.
All’apertura della prima giornata, stamani, dopo i saluti della presidente della Cooperazione Trentina Marina Mattarei e dell’assessora alla formazione del Comune di Trento Chiara Maule, Sandra Dodi, presidente di Città Futura, ha spiegato le ragioni che hanno spinto la cooperativa ad organizzare il convegno. “Fare cultura pedagogica ci è parso il modo migliore di festeggiare i nostri 25 anni”. Molteplici i motivi che hanno portato alla scelta di approfondire la figura di Maria Montessori: perché era una donna coraggiosa che ha ideato e attuato pratiche educative che hanno contribuito a migliorare la qualità dell’educazione per tutti; perché ha avuto attenzione per i bambini delle periferie degradate e ha restituito loro dignità, manifestando indignazione per il modo tradizionale di concepire l’infanzia; perché ha aperto alla riflessione ed alla discussione alcuni grandi temi ancora oggi attualissimi, come i diritti dell’infanzia, la libertà e la pace.
Parlando dell’anniversario di Città Futura, Sandra Dodi ha sottolineato come quelli trascorsi dalla fondazione siano stati 25 anni di riflessione e di ricerca costante per dare il meglio alle famiglie utenti della cooperativa, prestando attenzione alle ricerche più accreditate e facendo il possibile per stare sempre al passo con i tempi. “Pensiamo sia importante contribuire a promuovere bambini capaci e autonomi, competenti e liberi, ben accuditi e nello stesso tempo in grado di fare esperienza in modo altrettanto autonomo e libero. Il nido d’infanzia è luogo educativo nel quale il bambino vive e cresce. E la qualità della vita all’interno del servizio non è certo indifferente sullo sviluppo”.
Infine, un pensiero e una dedica all'altra infanzia, a cui - ha ricordato Dodi - “è stato tolto ogni diritto ed ogni possibilità di crescita, quelle numerose vite infantili che hanno chiuso la loro esistenza nel mare nostrum, nel Mediterraneo. Dedichiamo questo convegno anche all’altra infanzia".
La presentazione del convegno curata dal presidente della Fondazione Montessori Italia Battista Quinto Borghi ha messo subito a fuoco i punti centrali del pensiero montessoriano, che risale ai primi anni del secolo scorso. È del 1906, infatti, l’apertura della prima casa dei bambini, mentre nel 1909 veniva pubblicato il “Metodo della Pedagogia Scientifica applicato all’educazione infantile nelle case di bambini”, che diventerà nel 1950, dopo cinque edizioni, “La scoperta del bambino”.
La pedagogia di Maria Montessori - ha riferito il professor Borghi - si presenta in questi nostri tempi come una pedagogia della speranza, un rinnovato invito a guardare avanti, ad accogliere la grande lezione montessoriana come strumento critico: nei sui scritti si incontrano con frequenza passi di forte critica delle condizioni dell’infanzia e dell’educazione del suo tempo.
Borghi ha infine messo in guardia dalle tentazioni dell’esclusiva: la lezione montessoriana deve essere aperta per far sì che il patrimonio pedagogico e culturale che ci ha lasciato l’ideatrice si configuri quale bene comune.
Il programma di sabato
Nella seconda giornata del convegno, sabato, sono previsti sette laboratori, con tema: l’educazione cosmica, la musica, la capacità di racconto (la scatola azzurra e il kamishibai), gli scenari di gioco simbolico, l’amore per l’ambiente, il gioco costruttivo al nido e l’educazione all’aria aperta.
Chiuderà la due giorni di convegno, alle 17, la proiezione del film L’estate che verrà. Storie di un’altra scuola possibile, della regista Claudia Cipriani, un viaggio tra scuole pubbliche molto diverse da quelle tradizionali che stanno portando avanti una rivoluzione educativa.