Momenti olivicoli. Ad Agraria Riva del Garda
I risultati del progetto di innovazione e ricerca per l’olio extravergine di oliva dell’Alto Garda Trentino.
È la Casaliva che determina l’assoluta identità dell’olio extravergine d’oliva del Garda trentino? Le risposte in un convegno scientifico, tra indagini genetiche e riscontri operativi dell’innovazione di sviluppo olivicolo.
Studiare il patrimonio olivicolo della comunità per conservarlo, valorizzarlo e stimolando pure una certa curiosità sulle caratteristiche inconfondibili dell’olio extravergine dell’Alto Garda. Un impegno che Agraria Riva del Garda porta avanti con determinazione, coinvolgendo i più autorevoli ricercatori del settore, a partire dalla Fondazione Edmund Mach di San Michele all’Adige.
Dopo i risultati presentati lo scorso anno sulla composizione dei terreni degli uliveti, e la loro speciale collocazione geologica e ambientale – eseguita con tecniche di rilevamento satellitare – adesso è la volta dei riscontri genetici, ottenuti ‘monitorando’ centinaia di piante, delle analisi approfondite dell’olio di Casaliva prodotto nel AGT nonché del contenimento negli oliveti della mosca delle olive
Uno studio del gruppo di Genetica Agraria (C3A - Università di Trento e Fondazione Mach) coordinato da Stella Grando, ha evidenziato lo stretto legame della cultivar Casaliva con il territorio dell’AGT, sottoponendo al controllo di identità genetica centinaia di piante tra olivi secolari e recenti, in impianti produttivi e in collezioni varietali.
I primi riscontri hanno subito dimostrato il forte legame della ‘Casaliva’ con il territorio, con una capillare diffusione che sfiora il 100%, scandita anche dalla sua presenza molto antica.
Una piccola frazione di olivi è però risultata appartenere ad altre varietà più o meno note, tuttavia questa biodiversità sembra cruciale per la produzione. Sottoponendo infatti gli embrioni di centinaia di olive ad un test di paternità, l’analisi ha dimostrato che solo una piccola percentuale di frutti deriva dall’autofecondazione di ‘Casaliva’. La maggior parte delle olive si forma invece grazie al polline delle varietà minori.
Con le analisi del DNA è infatti possibile distinguere le varietà di olivo e anche identificarle per confronto con varietà note o con i profili genetici presenti nelle banche dati internazionali. I ricercatori hanno inoltre voluto capire quali eventi di fecondazione originano le olive delle piante Casaliva, considerato che questa cultivar, come molte altre di olivo, è considerata auto-incompatibile.
Considerazione ostica solo apparentemente, che stimola al confronto, a coinvolgere anzitutto gli olivicoltori che venerdì 10 maggio, al Palacongressi di Riva del Garda, sono invitati a partecipare al consueto Convegno Tecnico, con relatori che spiegheranno al pubblico l’importanza dei test genetici.
Per risposte che vanno oltre la semplice quanto stuzzichevole curiosità. Perché la genetica può indicare le strategie migliori da attuare al fine di garantire rese produttive d’ulteriore qualità e in sintonia con i cambiamenti climatici presenti anche sulla sponda trentina del Garda.
Convegno che non si fermerà alle considerazioni di carattere genetico ma che toccherà gli altri progetti portati avanti da Agraria Riva del Garda in collaborazione con FEM, tra cui la gestione della mosca negli oliveti, l’identità isotopica dell’olio di Casaliva nonché la sua caratterizzazione dal punto di vista della composizione.
Nel dettaglio si affronterà il più che mai attuale argomento sulla difesa degli oliveti dalla mosca delle olive; infatti, attraverso un’azione di monitoraggio pluriennale nei principali distretti produttivi, si è indagato il ciclo biologico di questo parassita e, attraverso l’applicazione nel territorio di un modello previsionale di evoluzione della popolazione di mosca, si è potuto individuare con maggior precisione le fasi di intervento al suo contenimento.
Nel convegno verranno trattati inoltre due argomenti riguardanti l’olio di Casaliva.
Uno di questi riguarderà nel particolare la composizione di questo prodotto così radicato nel territorio e la sua evoluzione durante le fasi della lavorazione e conservazione, permettendo di fare emergere cosa differenzia l’olio prodotto in questo specifico areale dagli altri oli in commercio.
L’ultimo argomento trattato il 10 maggio affronterà tramite l’indagine isotopica dell’olio trentino la caratterizzazione geografica dello stesso, utile per poterlo riconoscere nel vasto panorama olivicolo italiano ed estero.
Quello dell’olio di oliva è un settore di mercato che confonde il consumatore, dove sono classificati come olio extravergine di oliva prodotti tra loro lontanissimi per qualità, che includono tanto gli oli “miscelati”, che gli oli artigianali monovarietali e di territorio.
In Europa (Olanda, Regno Unito, Francia, Germania, Spagna...) il mercato è largamente in mano ai marchi della grande distribuzione, spesso proposto come prodotto “premium”, in grado di spuntare anche prezzi interessanti, nel Nord Europa. Anche il mercato italiano è molto concentrato, con i primi dieci marchi che coprono oltre il 50% delle vendite, e prezzi molto bassi anche perché una quota enorme viene venduta in promozione.
Incontro aperto, nell’ambito dei tradizionali Momenti Olivicoli programmati tra aprile e maggio (l’ultimo è in calendario il 17 maggio prossimo) da Agraria Riva del Garda, anche questo rivolto a quanti – compresa la miriade di appassionati, quelli che accudiscono le piante nei micro oliveti davanti casa - coltivando l’ulivo tutelano il paesaggio e raccolgono olive per avere EVO sempre più identitario.
I lavori – a partire dalle ore 9.00 – saranno moderati dal prof. Fulvio Mattivi, della Fondazione Mach e Università di Trento, con le conclusioni del giornalista Stefano Polacchi, caporedattore del Gambero Rosso.
Fonte: Agraria di Riva