Cooperazione e autonomia, le fondamenta di un futuro condiviso
Al Teatro Parrocchiale di Fiavè, una tappa del Tour dell’autonomia de Il T Quotidiano ha messo a confronto Roberto Simoni, presidente della Federazione Trentina della Cooperazione, e lo storico Alberto Ianes della Fondazione Museo Storico del Trentino. Moderati da Tommaso Di Giannantonio, i due relatori hanno intrecciato passato e futuro della cooperazione trentina, dalle intuizioni di don Lorenzo Guetti alle nuove sfide legate a immigrazione, casa, lavoro e sostenibilità, con un’attenzione particolare alle Comunità Energetiche Rinnovabili e alla formazione delle giovani generazioni. La serata si è inserita nel programma che ha visto, in chiusura, anche la testimonianza del campione olimpico Yeman Crippa, protagonista di un toccante incontro pubblico sulla sua storia di vita e di adozione.
Si è tenuto ieri sera, presso il Teatro Parrocchiale di Fiavè, l’incontro del Tour dell’autonomia promosso da Il T Quotidiano. Protagonisti della serata Roberto Simoni, presidente della Federazione Trentina della Cooperazione, e Alberto Ianes, storico e ricercatore della Fondazione Museo Storico del Trentino, con la moderazione di Tommaso Di Giannantonio.
Ianes ha ricordato come i trentini non abbiano inventato la cooperazione, ma abbiano saputo far propria l’esperienza del modello Raiffeisen del mondo germanico, adattandolo al contesto locale. Nascono così la prima cooperativa di consumo nel 1890 e la cassa rurale di Quadra nel 1892, fino alla costituzione nel 1895 della Federazione Trentina della Cooperazione, guidata da don Lorenzo Guetti.
"La Federazione — ha ricordato Ianes — nacque con tre funzioni principali: rappresentanza, servizi e revisione. E da allora accompagna le cooperative nel loro cammino di crescita, vigilando e sostenendo".
Cooperazione e autonomia, un legame profondo
Nel suo intervento, Ianes ha evidenziato come la cooperazione trentina sia cresciuta di pari passo con l’autonomia speciale. "Don Guetti fu anche politico — ha ricordato — e l’idea di un’autonomia dal basso anticipò quella istituzionale sancita con l’accordo De Gasperi-Gruber".
Le successive stagioni dell’autonomia, in particolare quella del 1972, hanno permesso di introdurre leggi innovative, come quelle sui lavori socialmente utili e sulla cooperazione sociale, capaci di coniugare impresa e solidarietà.
Le sfide di oggi secondo Simoni
Simoni ha ripreso quel filo, collegando il passato alle urgenze del presente: "La cooperazione è nata per dare risposte, e la sua resilienza è un fatto. Oggi dobbiamo affrontare temi complessi come immigrazione, casa, lavoro e sostenibilità, ma con lo stesso spirito di allora".
Stimolato dal dibattito, ha sottolineato come tra le priorità ci siano le Comunità Energetiche Rinnovabili, un modello cooperativo che produce energia pulita e, insieme, ricostruisce legami sociali e senso di comunità, contribuendo fattivamente alla realizzazione di progetti per il territorio.
Il presidente ha poi ricordato l’impegno della Federazione nel mantenere sportelli bancari, negozi e servizi di prossimità nei paesi più piccoli: "Sono presidi essenziali per la vita delle comunità locali, perché dove resta una cooperativa, resta anche una comunità viva".
Cultura e formazione per il futuro
Entrambi i relatori hanno insistito sull’importanza della formazione cooperativa, da diffondere soprattutto tra i giovani. Ianes ha proposto di "rafforzare ciò che già esiste, senza creare nuove strutture costose", mentre Simoni ha sottolineato la necessità di "portare la cooperazione dentro scuole e università", per farla conoscere come modello di sviluppo partecipato.
Innovazione e cultura digitale saranno altrettanto decisive. "Dobbiamo saper utilizzare le nuove tecnologie — ha detto Simoni — senza perdere la nostra identità e mettendo sempre la persona al centro".
Un messaggio di fiducia
La serata si è chiusa con un applauso convinto del pubblico e un messaggio condiviso: la cooperazione trentina è una forma di autonomia dal basso, capace di rigenerarsi e di affrontare i cambiamenti restando fedele alle proprie radici. Come ha sintetizzato Ianes, "autonomia e cooperazione si meritano ogni giorno, dimostrando audacia e capacità di innovare". E Fiavè, ancora una volta, ha ricordato quanto quelle radici siano vive.
Una serata proseguita con un campione Trentino
L’incontro di Fiavè si è inserito in una giornata dedicata al valore della comunità in cambiamento. In chiusura, un folto pubblico ha potuto ascoltare, presso il palazzetto comunale, la testimonianza di Yeman Crippa, atleta olimpico e simbolo di integrazione, che ha raccontato con emozione la sua infanzia in Etiopia e l’arrivo in Trentino grazie all’adozione: un racconto di riscatto, appartenenza e gratitudine, in piena sintonia con lo spirito del Tour dell’autonomia e di questa tappa supportata dalla Cooperazione Trentina.
Ianes ha ricordato come i trentini non abbiano inventato la cooperazione, ma abbiano saputo far propria l’esperienza del modello Raiffeisen del mondo germanico, adattandolo al contesto locale. Nascono così la prima cooperativa di consumo nel 1890 e la cassa rurale di Quadra nel 1892, fino alla costituzione nel 1895 della Federazione Trentina della Cooperazione, guidata da don Lorenzo Guetti.
"La Federazione — ha ricordato Ianes — nacque con tre funzioni principali: rappresentanza, servizi e revisione. E da allora accompagna le cooperative nel loro cammino di crescita, vigilando e sostenendo".
Cooperazione e autonomia, un legame profondo
Nel suo intervento, Ianes ha evidenziato come la cooperazione trentina sia cresciuta di pari passo con l’autonomia speciale. "Don Guetti fu anche politico — ha ricordato — e l’idea di un’autonomia dal basso anticipò quella istituzionale sancita con l’accordo De Gasperi-Gruber".
Le successive stagioni dell’autonomia, in particolare quella del 1972, hanno permesso di introdurre leggi innovative, come quelle sui lavori socialmente utili e sulla cooperazione sociale, capaci di coniugare impresa e solidarietà.
Le sfide di oggi secondo Simoni
Simoni ha ripreso quel filo, collegando il passato alle urgenze del presente: "La cooperazione è nata per dare risposte, e la sua resilienza è un fatto. Oggi dobbiamo affrontare temi complessi come immigrazione, casa, lavoro e sostenibilità, ma con lo stesso spirito di allora".
Stimolato dal dibattito, ha sottolineato come tra le priorità ci siano le Comunità Energetiche Rinnovabili, un modello cooperativo che produce energia pulita e, insieme, ricostruisce legami sociali e senso di comunità, contribuendo fattivamente alla realizzazione di progetti per il territorio.
Il presidente ha poi ricordato l’impegno della Federazione nel mantenere sportelli bancari, negozi e servizi di prossimità nei paesi più piccoli: "Sono presidi essenziali per la vita delle comunità locali, perché dove resta una cooperativa, resta anche una comunità viva".
Cultura e formazione per il futuro
Entrambi i relatori hanno insistito sull’importanza della formazione cooperativa, da diffondere soprattutto tra i giovani. Ianes ha proposto di "rafforzare ciò che già esiste, senza creare nuove strutture costose", mentre Simoni ha sottolineato la necessità di "portare la cooperazione dentro scuole e università", per farla conoscere come modello di sviluppo partecipato.
Innovazione e cultura digitale saranno altrettanto decisive. "Dobbiamo saper utilizzare le nuove tecnologie — ha detto Simoni — senza perdere la nostra identità e mettendo sempre la persona al centro".
Un messaggio di fiducia
La serata si è chiusa con un applauso convinto del pubblico e un messaggio condiviso: la cooperazione trentina è una forma di autonomia dal basso, capace di rigenerarsi e di affrontare i cambiamenti restando fedele alle proprie radici. Come ha sintetizzato Ianes, "autonomia e cooperazione si meritano ogni giorno, dimostrando audacia e capacità di innovare". E Fiavè, ancora una volta, ha ricordato quanto quelle radici siano vive.
Una serata proseguita con un campione Trentino
L’incontro di Fiavè si è inserito in una giornata dedicata al valore della comunità in cambiamento. In chiusura, un folto pubblico ha potuto ascoltare, presso il palazzetto comunale, la testimonianza di Yeman Crippa, atleta olimpico e simbolo di integrazione, che ha raccontato con emozione la sua infanzia in Etiopia e l’arrivo in Trentino grazie all’adozione: un racconto di riscatto, appartenenza e gratitudine, in piena sintonia con lo spirito del Tour dell’autonomia e di questa tappa supportata dalla Cooperazione Trentina.
Autore: Alessandro Girardi