15 marzo 2025
Condividi il link su:

Aperitivo Cooperativo: cooperazione ed energia, un binomio possibile

Un confronto aperto con esperti di settore per approfondire il ruolo delle Cer cooperative come modello di sviluppo sostenibile e condiviso. Davide Tabarelli, presidente e fondatore di Nomisma Energia: “le comunità energetiche sono uno strumento per fare democrazia dell’energia”.
“Energia e futuro” sta diventando un binomio inscindibile: la cooperazione può contribuire a renderlo un binomio sostenibile? Se lo sono chiesto i Giovani Cooperatori ieri a Cles, nel corso di un aperitivo cooperativo dove hanno interrogato esperti del settore per comprendere quali sono le prospettive per il futuro del territorio.
L’evento è stato aperto dagli organizzatori: Ilaria Rinaldi, presidente dell’associazione Giovani Cooperatori Trentini, Silvio Mucchi, presidente della Cassa Rurale Val di Non - Rotaliana e Giovo, e, in rappresentanza del Comune, il vicesindaco Diego Fondriest.
A dare il via al confronto, moderato da Milena Rizzardi, socia dei Giovani Cooperatori Trentini, Marco Dalla Torre, project manager per il Progetto Speciale Comunità Energetiche Rinnovabili della Federazione Trentina della Cooperazione, che ha spiegato cos’è una comunità energetica rinnovabile (Cer) e perché rappresenta un’opportunità per il territorio. Partendo dagli obiettivi inseriti nella direttiva Ue, che prevede una produzione da fonti rinnovabili di almeno il 32% dell’energia entro il 2030, Dalla Torre ha evidenziato i vantaggi connessi alla costituzione di una Cer. “L’obiettivo principale di una comunità energetica – ha detto – è fornire benefici ambientali, economici e sociali alla comunità, ancor prima che profitti finanziari. Cittadinanza, imprese, enti locali e associazioni, che si trovano in un determinato luogo, si uniscono per produrre energia elettrica da fonti rinnovabili, per il proprio consumo elettrico e per condividerlo con la rete”.
Dalla presentazione è emerso, in particolare, il ruolo della comunità che si viene a costituire in una Cer. Una comunità che genera valore, si prende cura del territorio e si fonda su una responsabilità condivisa. “Sono evidenti – ha aggiunto Dalla Torre – i punti in comune tra una Cer e una cooperativa: porta aperta, indivisibilità del patrimonio, gestione democratica, legame con il territorio e responsabilità limitata, ma condivisa. Per questo la formula cooperativa è particolarmente indicata nella costituzione di una comunità energetica rinnovabile”.
In Trentino sono 6 le Cer cooperative già costituite e altre 3 sono in fase di costituzione. Tra le più recenti, la Cer Val di Non NOSenergia, di Rumo, rappresentata per l’occasione dal socio della cooperativa Maurizio Bertolla, che ha raccontato i passi principali per la sua realizzazione, le difficoltà incontrate e i benefici concreti che sta portando alla comunità locale.
Da un lato la crescita della domanda elettrica, dall’altra una crisi internazionale che mette a rischio le forniture, è una situazione molto complessa quella in cui si trova l’Italia in questo momento, raccontata da Davide Tabarelli, presidente e fondatore di Nomisma Energia. “L’energia del futuro non sarà molto diversa da adesso, soprattutto in zone di montagna come quella in cui ci troviamo stasera. Ci sarà molta energia rinnovabile, continuerà a esserci anche il fossile, ma bisogna continuare su questa strada. Strada che abbiamo intrapreso oltre un secolo fa con la modernizzazione, iniziando a sfruttare l’energia dell’acqua, che in questa terra rappresentava già una fonte di energia da millenni utilizzata grazie al mulino. Nel contesto in cui ci troviamo, le comunità energetiche – ha concluso – sono uno strumento di democrazia dell’energia e possono dare un contributo importante per aumentare la produzione di energia da fonti rinnovabili”.
Autore: redazione