Saper navigare in tempi incerti
La cooperazione, storicamente, ha dato il meglio di sé nei momenti di crisi. L’innovazione sociale di cui le cooperative sono generatrici è un tratto distintivo, che ha caratterizzato momenti cruciali della storia moderna e contemporanea. A cominciare dalla fine dell’Ottocento, quando malattie, emigrazione e marginalità rispetto ai processi di industrializzazione stavano mettendo in ginocchio l’economia e la società trentina, per proseguire, ad esempio, negli anni ’70 e ’80 del Novecento, con l’emergere di nuovi bisogni sociali e nuove povertà.
Oggi il Trentino si colloca ai vertici delle statistiche sul ben vivere, ma gli effetti della pandemia, il fragile equilibrio internazionale con una guerra ai confini dell’Europa orientale, la crisi economica non ancora alle spalle e le istanze climatiche e ambientali non più procrastinabili interpellano fortemente la cooperazione a giocare, ancora una volta, la sua parte. A tracciare rotte nuove, a continuare ad essere “laboratorio territoriale” per coniugare la dimensione locale a quella globale, indissolubilmente intrecciate.
In questo contesto, la Federazione, attraverso la propria Area Formazione e Cultura Cooperativa, ha elaborato una serie di proposte per offrire spazi di riflessione e dialogo nelle e tra le cooperative, affinché le soluzioni, le rotte siano anch’esse frutto di un esercizio cooperativo. Un esempio di come l’Area ha declinato concretamente questo obiettivo è “Rotte cooperative”, un percorso progettato proprio per promuovere lo sviluppo delle imprese cooperative, attraverso il miglioramento e il rafforzamento delle conoscenze, della capacità e delle competenze, di gestione e di governo, di chi vi opera. “Nel quadro attuale – commenta la responsabile Jenny Capuano – se da un lato la formazione persegue l'intento di creare organizzazioni maggiormente competitive sul mercato, dall'altro continua ad interrogare l'identità e la mission cooperativa, allo scopo di attualizzarne e salvaguardarne i principi e gli elementi distintivi”.
Il programma formativo proposto intende, quindi, supportare le singole realtà cooperative nel superamento di schemi organizzativi e operativi consolidati, sperimentando nuovi e coerenti modelli di produzione ed erogazione di servizi, di organizzazione e di governance. Si auspica, che i singoli percorsi di formazione possano diventare luogo di confronto e riflessione, che veda tutti i protagonisti del movimento cooperativo impegnati nella costruzione collettiva di nuovi orientamenti strategici e visioni del futuro condivise.
Un percorso sartoriale
Ogni cooperativa potrà “costruire” il proprio piano formativo scegliendo i temi da approfondire, coerentemente con i propri bisogni formativi, definendo così il programma e il calendario a seconda delle esigenze. In tal senso, la formazione diventa una proposta sartoriale, cucita su misura dell’impresa e degli obiettivi che con la formazione intende raggiungere.
Tra i temi che sarà possibile sviluppare, ad esempio, troviamo la transizione digitale ed ecologica, la creazione di valore con la sostenibilità, la costruzione del piano strategico come processo partecipativo, il ruolo della cooperazione nella biodiversità economica, il business plan e il project management, ma anche la rilevanza dei marchi territoriali e le politiche di marketing del territorio, la gestione del cambiamento, il risk management, la promozione di simmetrie generazionali e di genere, la responsabilità sociale di impresa e tanto altro ancora.
I destinatari dei percorsi formativi sono il personale dipendente delle cooperative, dai ruoli apicali ai neoassunti, i soci e le socie. A dialogare con loro, in aula, verranno coinvolti diversi profili professionali e ambiti disciplinari.
L’approccio metodologico sarà di tipo attivo per favorire il coinvolgimento e il contributo dei partecipanti. L’attività formativa si potrà realizzerà mediante lezioni, aula frontale partecipata, analisi delle esperienze dei partecipanti, approfondimenti in sottogruppi e laboratori. Tra le metodologie innovative, introdotte dall’Area anche la metodologia certificata Lego Serious Play, che attraverso l’utilizzo dei famosi mattoncini, consente di “pensare con le mani”. “Il ricorso a metafore – spiega Capuano, facilitatrice di questa metodologia – consente l’esplorazione dell’esperienza dei partecipanti, ma soprattutto attiva, sia per la condivisione di idee sia per la presa di decisione, la partecipazione di tutti e tutte, in modo inclusivo, democratico e orizzontale, coerentemente alla filosofia dell’impresa cooperativa”.
Gli obiettivi formativi in sintesi
- Migliorare la capacità di lettura dei contesti, delle sfide e delle opportunità del presente
- Rafforzare la consapevolezza del ruolo delle cooperative nell’ecosistema economico, sociale e ambientale delle comunità montane
- Affinare strumenti di analisi, di strategia, di programmazione
- Rafforzare le competenze manageriali e investire sulla “nuova” leadership nel mutato contesto dell’organizzazione del lavoro
- Puntare alle competenze soft per il rafforzamento delle organizzazioni cooperative
- Saper comunicare la distintività cooperativa