Prošek. Alleanza Cooperative: "in prima linea per sostenere l'opposizione alla domanda di riconoscimento della menzione croata"
“La filiera del Prosecco è un segmento di assoluto valore economico e territoriale nel quale la cooperazione esercita un ruolo di primo piano sia a livello produttivo che sotto il profilo commerciale”, ha ricordato il Coordinatore Luca Rigotti
“Siamo in prima linea nel sostenere la procedura di opposizione alla richiesta di riconoscimento del «Prošek», istanza che riteniamo lesiva per le filiere e per i territori viticoli delle tre produzioni Prosecco Doc e per le due Docg Conegliano Valdobbiadene Prosecco e Asolo Prosecco, un segmento di assoluto valore economico e territoriale nel quale la cooperazione esercita un ruolo di primo piano sia a livello produttivo che sotto il profilo commerciale”. Lo ha dichiarato Luca Rigotti (nella foto) coordinatore del settore vitivinicolo di Alleanza Cooperative Agroalimentare al termine dell’ultima riunione del gruppo di opposizione alla domanda di riconoscimento della menzione Prošek che si è svolta oggi a Venezia, alla presenza del sottosegretario alle Politiche Agricole Gian Marco Centinaio e al presidente della Regione Veneto, Luca Zaia per mettere a punto le linee e la strategia del procedimento di contestazione che sarà notificato alla Commissione europea.
L’Alleanza Cooperative Agroalimentari ci tiene ad evidenziare come il caso Prošek violi i principi stabiliti a livello europeo, perché potenzialmente in grado di ingenerare confusione e di indurre in errore i consumatori che in taluni casi, ha ricordato Rigotti, “pur non conoscendo le caratteristiche dei prodotti Prošek e Prosecco, riconoscono, o credono di riconoscere, la notorietà del nome, corrispondente alla sua letterale traduzione”.
“Il fatto che il Prošek sia un vino ottenuto da uve appassite e non un vino spumante o frizzante non esclude pertanto – ha proseguito Rigotti – che tale circostanza non possa ingenerare confusione nel consumatore, anche considerando le recenti pronunce della Corte di Giustizia europea che in più occasioni ha garantito un ampio raggio di tutela delle Dop e delle Igp, esteso a tutti gli usi, compresi tra l’altro i servizi e non solo i prodotti, come indicato nella sentenza Champanillo, che sfruttano la notorietà dei nomi protetti”.
“Il caso Prošek – ha concluso Rigotti – potrebbe rappresentare un precedente pericoloso ed un grimaldello per indebolire in futuro altre filiere territoriali Dop e Igp. Per questo abbiamo apprezzato l’azione unitaria e coordinata tra il Governo, il Ministero delle politiche agricole, che ha attivato uno specifico tavolo di lavoro, nonché le Regioni, i Consorzi di tutela e le altre associazioni ed organizzazioni del settore vitivinicolo”.
Fonte: Alleanza Cooperative Agroalimentari