Progettone, niente più stop forzato al termine dei contratti
Nell’attesa dell’entrata in vigore della legge provinciale di riforma del Progettone (legge 12 del 2022) la Giunta provinciale su proposta dell’assessore Spinelli ha modificato i criteri di accesso al programma. Una semplificazione che anticipa di fatto uno dei principi contenuti nella nuova normativa, con l’obiettivo di dare maggiore stabilità lavorativa al personale impiegato, nonché maggiore continuità di servizio agli enti che si avvalgono dei lavori socialmente utili.
In pratica, con la delibera approvata viene cancellata la sospensione di 12 mesi a cui sono obbligati i lavoratori al termine del contratto, solitamente di due anni, prima del successivo rinnovo.
Un’interruzione che era stata introdotta in applicazione della normativa del 1990 per coinvolgere gli stessi lavoratori in percorsi di politica attiva del lavoro, percorsi che invece la riforma del 2022 prevede siano svolti nel corso dell’impiego e non in fasi di sospensione forzata.
Ecco dunque la ragione di una norma che si applica ai lavoratori del Progettone più vicini alla pensione, ma non ancora nella condizione di trasformazione del contratto a tempo indeterminato (meno di 5 anni dal ritiro lavorativo).
“Questa norma - spiega Spinelli - permette di fatto di anticipare l’applicazione di uno dei principi della nuova riforma del Progettone e dà una maggiore stabilità e certezza ai lavoratori che entrano in questo sistema e che sono vicini alla pensione. Allo stesso tempo, la norma favorisce la continuità del servizio che viene erogato agli enti che si avvalgono del contributo del personale del programma. Lavoratori che negli anni si sono formati e che rimanendo al loro posto sono una garanzia per gli enti beneficiari: togliendo l’obbligo di sospensione viene meno l’aggravio organizzativo per l’ente dettato dalla necessità di sostituire temporaneamente gli addetti”.
Un’interruzione che era stata introdotta in applicazione della normativa del 1990 per coinvolgere gli stessi lavoratori in percorsi di politica attiva del lavoro, percorsi che invece la riforma del 2022 prevede siano svolti nel corso dell’impiego e non in fasi di sospensione forzata.
Ecco dunque la ragione di una norma che si applica ai lavoratori del Progettone più vicini alla pensione, ma non ancora nella condizione di trasformazione del contratto a tempo indeterminato (meno di 5 anni dal ritiro lavorativo).
“Questa norma - spiega Spinelli - permette di fatto di anticipare l’applicazione di uno dei principi della nuova riforma del Progettone e dà una maggiore stabilità e certezza ai lavoratori che entrano in questo sistema e che sono vicini alla pensione. Allo stesso tempo, la norma favorisce la continuità del servizio che viene erogato agli enti che si avvalgono del contributo del personale del programma. Lavoratori che negli anni si sono formati e che rimanendo al loro posto sono una garanzia per gli enti beneficiari: togliendo l’obbligo di sospensione viene meno l’aggravio organizzativo per l’ente dettato dalla necessità di sostituire temporaneamente gli addetti”.
Autore: Ufficio Stampa Provincia Autonoma di Trento