Profughi ucraini, il progetto di accoglienza della Cooperazione Trentina
Sono un centinaio le persone in fuga dalla guerra in Ucraina che la Cooperazione Trentina si appresta ad accogliere nelle prossime settimane. Mamme, figli e anziani che scappano in condizioni disperate e che arrivano in Trentino attraverso i mille percorsi della solidarietà e dell’accoglienza.
Il sistema cooperativo, attraverso le proprie strutture, consorzi e cooperative, farà la propria parte offrendo servizi di accoglienza che in maniera integrata si faranno carico di tanti aspetti pratici che riguardano il soggiorno. Dalla disponibilità di una abitazione dignitosa, alla mediazione linguistica, dal supporto psicologico all’accudimento dei bambini, fino al buono per la spesa alimentare in Famiglia cooperativa.
Il progetto è stato presentato stamani a Trento, presso la sede della Federazione Trentina della Cooperazione. “La Federazione ha ricevuto tante sollecitazioni dalle cooperative e dai consorzi che si sono messi a disposizione con spontaneità per dare un contributo in questa situazione di emergenza – ha esordito Germano Preghenella, vicepresidente della Federazione e presidente di Cla –. Noi ci siamo concentrati sull’accoglienza ma anche sul medio periodo, cioè sulla fase che segue e che comprende l’inclusione e l’integrazione. Stiamo infatti cercando di strutturare una rete di appartamenti sul territorio che permetta a chi arriva di ricreare l’intimità familiare. Siamo allineati con Cinformi e la Provincia, ai quali ci affianchiamo per offrire il nostro supporto, consapevoli che le risorse da reperire sono tante e che l’orizzonte temporale su cui lavorare non sarà breve”.
“Stiamo cercando di canalizzare tutta l’energia positiva che arriva dal nostro movimento cooperativo – ha aggiunto Alessandro Ceschi, direttore generale della Federazione, che ha ringraziato le persone e le imprese coinvolte per la accorata e solerte risposta – per razionalizzarla e gestirla. In questo la Federazione ha il ruolo di collettore, per cercare di fare ordine in un momento che è tutt’altro che ordinato. La nostra intermediazione mira anche a sollevare le cooperative, le organizzazioni e i privati che mettono a disposizione appartamenti dalle incombenze burocratiche ed amministrative, che vanno dai contratti alle bollette, per fare degli esempi, favorendo tutto il processo”.
L’iniziativa prende le mosse dalla disponibilità di immobili offerti gratuitamente da Casse Rurali, comuni, privati cittadini. Gli appartamenti vengono presi in carico dalla Federazione, con contratto di comodato gratuito o similare, che a sua volta li renderà disponibili per gli ospiti.
Il punto di partenza: l’ex convento di Arsio in valle di Non
Un primo elenco di immobili è già disponibile. Sono per lo più strutture in proprietà delle Casse Rurali: la più rilevante è un ex convento di proprietà della Cassa Rurale Novella Alta Anaunia ad Arsio, frazione di Brez in Valle di Non, che può ospitare fino ad una quarantina di persone. La Cassa, oltre che a mettere a disposizione l’immobile, anche attraverso la Fondazione Alessandro Bertagnolli “il Sollievo” si farà carico dei costi delle utenze.
Sarà quindi una struttura di tipo alberghiero dove potranno trovare ospitalità persone presumibilmente per brevi periodi. L’intervento sarà finanziato in parte dal consorzio Melinda, dalla Cassa Rurale Valle di Non e dal Comune di Novella, mentre la cooperativa Kaleidoscopio si occuperà dell’organizzazione generale e dei servizi dedicati.
Altri immobili sono offerti dalla Cassa Rurale Alto Garda Rovereto (due appartamenti), Rurale Alta Valsugana e Rurale Valle di Non. Anche il Comune di Borgo Chiese ha manifestato la possibilità di mettere a disposizione quattro o cinque alloggi, che saranno gestiti dalla cooperativa Incontra di Tione.
“La nostra Cassa Rurale ha messo subito a disposizione l’ex convento di Arsio, di cui siamo proprietari – ha detto Fernando Miccoli, presidente Cassa Rurale Novella Alta Anaunia –. Si tratta di una struttura molto grande che è rimasta chiusa per un paio di anni a causa della pandemia, e che in precedenza offrivamo ad associazioni locali e provinciali per i soggiorni estivi”.
“Abbiamo sostenuto con forza questo progetto, perché desideriamo far sentire forte l’accoglienza del mondo agricolo trentino ai profughi in fuga – ha spiegato Ernesto Seppi, presidente Melinda –. La nostra sarà un’accoglienza integrata e di qualità; stiamo lavorando, insieme a decine di volontari della società civile, per rendere usufruibile nel più breve tempo possibile la struttura di Arsio. Servirà qualche giorno e poi saremo pronti”.
“Il tema è quello della chiamata – ha aggiunto Michele Odorizzi, presidente cooperativa sociale Kaleidoscopio – perché ciascuno di noi sente la responsabilità di mettere a disposizione quello che ha per far fronte a questa crisi umanitaria. Oltre alla struttura di San Vito, abbiamo offerto le nostre competenze ed esperienze nella gestione della struttura di Arsio, dove cureremo l’accoglienza e tutte quelle facilitazioni amministrative che consentiranno agli ospiti di spostarsi sul territorio, di mandare i figli a scuola, di avere innesti professionali e quant’altro di cui ci sarà bisogno”.
“Il nostro progetto – aggiunge Serenella Cipriani, presidente di Consolida – guarda all’oggi e quindi all’accoglienza in emergenza ma anche al domani, con l’obiettivo di dare un futuro inclusivo a queste persone, offrendo anche percorsi di integrazione sociale di medio termine”.
Un progetto integrato
L’iniziativa intende farsi carico di tutti gli aspetti legati al soggiorno di persone in condizioni di grande stress emotivo e spesso prive di risorse economiche. Nella gestione degli appartamenti e nella predisposizione dei servizi sono coinvolte tutte le componenti della cooperazione trentina. Il Cla - Consorzio Lavoro Ambiente gestirà in particolare l’adeguamento delle strutture (pulizia, sistemazione, eventuale mobilio e suppellettili).
Le cooperative sociali coordinate dal consorzio Consolida garantiranno i servizi di prima necessità: mediazione linguistica, supporto psicologico, assistenza bambini, servizi per l’infanzia.
Queste persone avranno la possibilità di fare la spesa in Famiglia Cooperativa, usufruendo di buoni messi a disposizione dalla cooperazione di consumo. Ogni Famiglia Cooperativa potrà eventualmente integrare la cifra con proprie iniziative.
Si ipotizza la compartecipazione al finanziamento del progetto al 50% a carico del sistema cooperativo e altrettanto da parte dell’ente pubblico attraverso Cinformi. La Cooperazione si avvarrà anche del sostegno del fondo con finalità sociali alimentato dalla bolletta etico-solidale Etika.