Le previsioni di produzione di mele per la stagione 2023/2024
La consueta conferenza Prognosfruit, quest’anno organizzata in Trentino, Italia, da APOT insieme a WAPA e Copa-Cogeca con il supporto di Assomela, ha costituito un momento fondamentale di confronto per i produttori melicoli dell’Emisfero Nord.
Le stime di produzione per il 2023 prevedono un raccolto di mele in Europa a 11.411.000 tons., inferiore del 3% rispetto allo scorso anno ed esattamente in linea con la produzione media degli ultimi tre anni.
A causa delle temperature elevate in combinazione ad una persistente mancanza di acqua che ha ridotto lo sviluppo dei frutti, è previsto un calo di produzione dell’11% in Polonia. Anche per altri paesi produttori il raccolto si abbasserà rispetto allo scorso anno: Austria (-26%), Belgio (-15%), Germania (-11%), Olanda (-12%) e Grecia (-34%). Segno negativo si prevede anche nei paesi scandinavi e nel Nord Europa. La Francia invece stima un raccolto in ripresa del 8%, così come la Spagna (+30%) ed il Portogallo (+7%).
Considerate le ondate di calore che stanno investendo diverse aree in Europa, in alternanza con le piogge eccessive, grandinate e venti forti in diverse aree produttive, la situazione qualitativa è piuttosto disomogenea ed in alcune situazioni già compromessa, ma bisognerà attendere la chiusura della raccolta per avere un quadro più definito.
L’andamento varietale
Produzione europee distinte per varietà.
A parte la Golden Delicious che cresce del 12% sullo scorso anno e la Gala che segna un record di produzione superando i 1.527.000 tons. (+5% sul 2022), calano molte delle varietà tradizionali: Red Delicious (-11%), Granny Smith (-22%), Fuji (-8%) e Jonagold (-8%). Scende anche la produzione di Cripps Pink che raggiunge il volume di 292.000 tons. con un -9% rispetto allo scorso anno. Le “Nuove varietà” (club) continuano a guadagnare terreno, raggiungendo 588.000 tons., in crescita del 18% rispetto allo scorso anno e +54% sopra la media degli ultimi tre anni.
Uno sguardo alla situazione italiana
Previsioni di produzione italiane a livello regionale e l’analisi varietale.
Per l’Italia si stima una produzione totale di 2.104.125 tons., perfettamente in linea con la produzione dello scorso anno. Per quanto riguarda le singole regioni, risalgono le produzioni in Alto Adige (+7%) e in Trentino (+4%), mentre le produzioni di tutte le altre regioni sono previste in diminuzione, in particolare quella del Veneto (-25%) per effetto di qualche gelata primaverile.
La produzione biologica italiana diminuisce leggermente rispetto alla produzione record dello scorso anno (-7% sul 2022), costituendo con le 180.224 tonnellate circa il 9% dell’offerta totale.
Per quanto riguarda le dinamiche varietali in Italia, cresce del 14% la Golden Delicious, che raggiunge le 684.431 tons., dopo una produzione particolarmente bassa nel 2022. Cala invece del 20% sotto la media degli ultimi cinque anni la produzione di Red Delicious (-27% sul 2022) a 169.347 tons. Un calo importante è previsto anche per la Granny Smith a -44% sul 2022 a causa di una scarsa fioritura e allegagione soprattutto in Veneto, ma anche in Emilia-Romagna. La Fuji perde quota rispetto al 2022 (-9%) con una produzione di 155.420 tons. La Cripps Pink cala del 5% rispetto al record dello scorso anno, ma rimane sopra la media di +6% rispetto agli ultimi cinque anni.
La Gala, con un +8% sul 2022 e una produzione che va oltre le 400.000 tons, fa segnare un nuovo record produttivo, così come le altre varietà nuove (club) che superano le 200.000 tons con un +20% sullo scorso anno. In aumento anche la Morgenduft che con 50.837 tons supera la bassa produzione dello scorso con +57%, tornando ad una produzione normale.
L’andamento climatico nella regione Trentino-Alto Adige si è mostrato favorevole allo sviluppo delle qualità organolettiche delle mele, favorendo un buon sviluppo dei frutti paragonabile a quelli dello scorso anno. Il periodo di raccolta è previsto in anticipo di 4-5 giorni rispetto alla media e pari allo scorso anno. Anche in Piemonte la produzione è regolare, i calibri sono nella media e ci sono finora le premesse per una buona colorazione. La situazione climatica invece in Veneto, con episodi frequenti di gelo nella fase primaverile e di grandine nelle settimane più recenti, ha causato una diminuzione dell’offerta. In Emilia-Romagna la produzione sembra nel complesso positiva, nonostante l’alluvione di maggio che per i melicoltori fortunatamente ha portato danni non così pesanti come si pensava inizialmente. Preoccupano comunque gli eventi estremi sempre più frequenti, in particolare le grandinate, le piogge eccessive, i venti forti ed i temporali di fine luglio, che potrebbero influire sul volume totale di mele adatte per il mercato fresco. Resta anche la preoccupazione per i possibili danni ai frutti derivanti dalle temperature eccessive nelle aree produttive più meridionali.
Dal punto di vista fitosanitario non si rilevano problemi particolari.
Ad oggi si può prevedere una quantità di mele destinate al mercato fresco di 1.781.841 tons, leggermente inferiore allo scorso anno (-1%), che costituisce la più bassa quantità di prodotto fresco degli ultimi 4 anni.
Le prospettive per la stagione 2023/2024
I dati presentati al Prognosfruit sono in grado di fornirci le prime indicazioni per la stagione entrante. Ci sono le condizioni per un buon inizio grazie ad una produzione europea inferiore rispetto allo scorso anno ed una produzione italiana nella media. Anche l’esaurimento delle scorte della campagna 2022 e una scarsa pressione dall’Emisfero Sud (si attende un -30% di importazioni sul 2022) sono elementi da considerare per un inizio di stagione 2023/2024.
Sebbene le premesse siano abbastanza positive, rimangono diverse sfide per i produttori italiani ed europei rappresentate da instabilità geopolitica, eventi climatici estremi sempre più frequenti, aumenti dei costi di produzione e calo generalizzato dei consumi. Resta pertanto fondamentale la collaborazione tra tutti gli attori della filiera per arrivare in maniera adeguata al consumatore e riconoscere il giusto valore del prodotto.
Per la produzione di mele biologiche bisognerà continuare a monitorare e sostenere le dinamiche di consumo al fine di equilibrare offerta e domanda e garantire il corretto differenziale di prezzo al produttore. L’Italia, che già è tra i primi paesi per la produzione di mele biologiche in Europa, con superfici aumentate del 23% dal 2017 (6.201 ha) al 2022 (8.072 ha), e una produzione che costituisce il 9% sul totale, farà fatica a rispondere agli obiettivi ambiziosi fissati dalla Commissione Europea (25%) se l'offerta continuerà a superare la domanda.
Sarà sempre importante per Assomela lavorare e dialogare con gli attori di tutta la filiera e con le strutture ministeriali nazionali ed europee per privilegiare trasparenza nel misurare e comunicare gli impatti ambientali e far riconoscere gli impegni e gli investimenti nella ricerca e nell’innovazione. I produttori di mele affronteranno le problematiche poste da numerose nuove normative relative alla sostenibilità e sarà quindi importante presentare ai policy makers il quadro più ampio dei processi in atto. Ad esempio, le discussioni in corso sugli imballaggi che considerano gli impatti ambientali, senza affrontare il problema dello spreco, della sicurezza alimentare e della competitività nel mercato unico.
Anche per la stagione entrante Assomela, grazie ad un sistema di forte cooperazione, è pronta a tutelare tutti e tre i pilastri della sostenibilità, partendo da quello economico, necessario per sostenere i produttori di mele e le loro famiglie, la qualità dei prodotti e di conseguenza la salvaguardia della salute e del territorio.
Assomela s.c. è il Consorzio delle Organizzazioni di Produttori di mele italiani che rappresenta il 75% della produzione melicola nazionale, a cui si associano le OP VOG (Marlene), VIP, il Consorzio From e VOG Products della Provincia di Bolzano, Melinda, La Trentina e Mezzacorona della Provincia di Trento, Melapiù della Regione Emilia-Romagna, Rivoira, Lagnasco, Joinfruit e Gullino della Regione Piemonte, Melavì della Regione Lombardia e Frutta Friuli Sca della Regione Friuli-Venezia Giulia.