12 settembre 2025
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Le mele? Una nuova frontiera per la ricerca Ma per parlare ai consumatori servono nuove regole

Tra alimentazione e medicina un legame sempre più stretto ma norme complesse sulla comunicazione limitano gli sforzi di sensibilizzazione.

Negli ultimi anni l’impegno per la valorizzazione di un’alimentazione salutare e, con essa, della qualità delle produzioni, a cominciare da quelle del comparto ortofrutticolo, ha sperimentato una crescita senza precedenti creando connessioni sempre più forti tra il mondo delle imprese e quello della ricerca scientifica e intercettando, al tempo stesso, l’interesse di consumatori. Le potenzialità dei composti vegetali sul fronte della prevenzione e sono sempre più evidenti ma anche difficili da comunicare a causa degli ostacoli normativi. Per questo occorre rafforzare la collaborazione tra soggetti diversi per garantire una divulgazione rigorosa quanto efficace. Sono questi i messaggi lanciati dagli esperti nel corso del convegno “Mele, la salute passa dalle nostre sane abitudini alimentari” svoltosi nella giornata odierna presso il Grand Hotel Castrocaro – Longlife Formula di Castrocaro Terme (FC).  

Una sede non casuale, come ha sottolineato in apertura dei lavori Lucia Magnani, Founder e Amministratore delegato di LongLife Formula di Castrocaro, sottolineando “il valore di una scelta che evoca il ruolo storico della cittadina romagnola, luogo simbolo di quella cultura del benessere capace di costruire ponti tra le persone, la ricerca scientifica, la medicina e il mondo delle produzioni di eccellenza”. Organizzato da Melinda, il Consorzio che riunisce oltre 4.000 soci produttori in Val di Non e Val di Sole, e da Maria Cecilia Hospital, parte di GVM Care & Research, uno dei principali gruppi ospedalieri nazionali con strutture d'eccellenza in Italia e all'estero, l’incontro, tenutosi presso il presso il Padiglione delle Feste – LongLife Formula, ha messo a confronto relatori e relatrici in rappresentanza di diversi comparti – economici, accademici, sanitari e istituzionali – che hanno illustrato le particolarità del contesto odierno. Un contesto, si diceva, caratterizzato dalla valorizzazione delle proprietà dei composti vegetali come dimostra, ad esempio, l’espansione del segmento degli integratori alimentari che, secondo le stime sui dati di Unione Italiana Food, vale in Italia oltre 5 miliardi di euro (primato europeo).

Etichettatura e normativa UE

Ed è proprio il mondo degli integratori, tra gli altri, a costituire un esempio emblematico del ruolo della regolamentazione sul fronte comunicativo. A spiegarlo è Elena Loche, dirigente farmacista presso il Ministero della Salute che, nel suo intervento, ha offerto una panoramica dei principali aspetti normativi che interessano l’etichettatura di questi prodotti e dei cosiddetti FSG, ovvero gli alimenti destinati a gruppi specifici di popolazione. “Fondamentale”, ha spiegato, “comprendere il quadro di riferimento e le caratteristiche che li distinguono da altre tipologie di prodotti in modo da garantire una corretta applicazione delle norme e una maggiore consapevolezza nel settore”. 

La questione interessa in primo luogo l’indicazione delle proprietà salutari degli alimenti. Un aspetto normato a livello continentale. “La stretta relazione tra alimentazione e salute ha indotto il legislatore europeo a regolamentare la comunicazione ai consumatori delle proprietà salutistiche degli alimenti attraverso l’emanazione di un Regolamento, il numero 1924 del 2006, che prevede che un health claim debba essere dimostrato, oltre che da studi preclinici, anche da ricerche sull’uomo”, ha spiegato Maria Teresa Daglia, Ordinaria di Chimica degli Alimenti presso l’Università Federico II di Napoli. “Un tempo appannaggio esclusivo dei farmaci, questi studi devono dimostrare la relazione causa-effetto tra il consumo di un alimento e le sue proprietà per la salute”. 

La ricerca in campo medico

Il tema è di stretta attualità. E non per caso, sottolinea Elena Tremoli, Direttore Scientifico e Direttore del Laboratorio Sperimentale di Maria Cecilia Hospital di Cotignola (RA), ricordando come negli ultimi anni si sia acceso “un grande interesse attorno alla comunicazione intercellulare, che nell’uomo avviene attraverso piccole vescicole rilasciate dalle cellule che agiscono come biomarcatori e possono esercitare un’attività biologica positiva”. La vera novità, aggiunge, “è la scoperta che anche il mondo vegetale possiede vescicole simili, dette esosomi, capaci di influenzare importanti processi biologici: una rivelazione che apre prospettive straordinarie per lo sviluppo di nuove strategie diagnostiche e terapeutiche”.

Le ricerche in tal senso, condotte oggi dallo stesso Maria Cecilia Hospital, dall’Università di Ferrara e dall’Università Federico II in collaborazione con il Consorzio Melinda, interessano in particolare il ruolo degli esosomi delle mele nel trattamento delle malattie infiammatorie croniche e quello delle mele fresche nella prevenzione delle malattie neurodegenerative oltre che della steatosi epatica non alcolica. E, inevitabilmente, evidenziano ancora una volta il valore proverbiale di un frutto che attira l’attenzione della medicina anche in altri campi. 

Del resto, ricorda Nicola D’Imperio, medico gastroenterologo del Santa Maria Hospital di Bari, “La mela, mangiata senza buccia, è uno dei pochi vegetali che possono essere consigliati nelle patologie infiammatorie ad accelerato transito. Se consumata non sbucciata, invece, si rivela un utile ausilio nella terapia delle patologie gastroenterologiche con stipsi, senza dimenticare la sua azione antiossidante, anticolesterolica e antidiabetica grazie al ruolo delle pectine che rallentano l’assorbimento del colesterolo e degli zuccheri”.

Una nuova frontiera della medicina rigenerativa

Le scoperte, nel frattempo, si susseguono con importanti implicazioni per la salute cardiovascolare e gastroenterica. “Studi recenti mostrano che le vescicole possono attenuare l’infiammazione, rafforzare le difese immunitarie e proteggere l’intestino. Una forma di micro medicina naturale che la scienza sta iniziando a decifrare, rivelando come la natura, da sempre, sappia parlare al nostro corpo e persino rigenerarlo”. ha spiegato la professoressa Barbara Zavan, docente del Dipartimento di Scienze mediche dell’Università di Ferrara e pioniera della medicina rigenerativa.

“Il nostro studio”, ha ricordato la dottoressa Letizia Ferroni, ricercatrice presso il Laboratorio di Ricerca Traslazionale del Maria Cecilia Hospital, “si è concentrato sulle vescicole isolate delle mele rivelando la loro capacità di interagire direttamente con cellule umane appartenenti ai sistemi vascolare, immunitario e intestinale. Tale interazione ha mostrato di influenzare il metabolismo cellulare e la capacità delle cellule di resistere a stimoli infiammatori, suggerendo un potenziale ruolo protettivo delle vescicole stesse”.

Il contributo dei produttori

Nel quadro della ricerca i produttori forniscono da tempo un contributo crescente. Ne sono un esempio le attività, condotte in collaborazione con il Consorzio Melinda, del Distretto della Mela della Val di Non e Val di Sole, costituitosi lo scorso anno e impegnato, nell’ambito del progetto “Mela In-forma”, nella ricerca in collaborazione con il Consorzio Interuniversitario Istituto Nazionale Biostrutture e Biosistemi (INBB) di Roma e il Consorzio Futuro in Ricerca (CFR) di Ferrara. “L’obiettivo è quello di valorizzare le proprietà nutrizionali e salutistiche di due varietà di mele DOP: la Golden Delicious e la Renetta Bianca del Canada”, ha spiegato Luca Lovatti, responsabile ricerca e sviluppo di Melinda. “In particolare vogliamo indagare gli effetti sull’intestino e sulle relazioni intestino-fegato/cervello e approfondire l’efficacia dei composti bioattivi di queste due varietà nel migliorare aspetti come la funzione cognitiva, la coordinazione motoria, i dati dei marcatori neuroinfiammatori e la salute intestinale”.

L’attenzione per questi aspetti, peraltro, si colloca in un quadro di maggiore attenzione per gli aspetti salutistici anche da parte del pubblico, come ricorda Monica Toniolli, responsabile Marketing per MelindaLab, la Business Unit del Consorzio dedicata allo sviluppo dei trasformati. “Oggi”, spiega, “osserviamo una crescita del mercato degli ‘healthy snack’ e un forte interesse da parte dei consumatori per i prodotti caratterizzati dalla cosiddetta ‘clean label’, ovvero con pochi e semplici ingredienti naturali e senza additivi”. Una richiesta, aggiunge, “che Melinda intercetta oggi con prodotti a base di mela caratterizzati da formule 100% naturali e innovative e da qualità distintive”.

Alimentazione, salute e prevenzione

Del resto, “Con le sue innumerevoli varietà la mela può essere pensata come un autentico sistema di biodiversità vegetale e nutrizionale”, ha spiegato Emanuele Marconi, direttore del CREA-Centro di Ricerca per gli Alimenti e la Nutrizione, sottolineando “il ruolo centrale di questo frutto nella tradizione della cucina italiana e l’importanza, in questo ambito, dei prodotti DOP e IGP”. Temi particolarmente cari allo stesso CREA che ha pubblicato lo Studio sui consumi alimentari in Italia e le Linee Guida per una sana alimentazione che includono il consumo quotidiano di frutta e verdura di stagione i cui acquisti, peraltro, sono tornati a crescere: +4,3% la frutta, addirittura +5,7% gli ortaggi tra il 2023 e il 2025 secondo le ultime rilevazioni dell’Ufficio Studi Coop e di Nomisma su dati CSO sulla spesa degli italiani.

Le indicazioni del CREA sono in linea con quelle espresse dalla stessa Organizzazione Mondiale della Sanità e che evocano ancora una volta “la centralità del nesso tra stile di vita, salute e prevenzione”, come ha osservato Chiara Occulti, Chief Marketing&Fundraising Officer Fondazione AIRC, sottolineando inoltre “l’importanza delle iniziative che, con il coinvolgimento di partner privati, contribuiscono a sostenere concretamente progetti oncologici di prevenzione, diagnosi e cura, e a rafforzare le attività di sensibilizzazione sui comportamenti salutari per ridurre il rischio di cancro”.

L’appello dei produttori e della GDO

L’impegno per una divulgazione in tal senso, tuttavia, deve fare oggi i conti con una regolamentazione UE non del tutto in grado, secondo i produttori, di garantire un adeguato bilanciamento tra il rigore dell’informazione e l’efficacia della comunicazione. “Sul fronte della ricerca stiamo conducendo, con l’aiuto di partner autorevoli, uno sforzo serio, concreto e tutt’altro che marginale dal punto di vista economico ma allo stato attuale della regolamentazione ci è consentito comunicare solo in modo generico e parziale gli effettivi benefici della frutta sulla salute”, ha dichiarato Nicola Magnani, direttore commerciale di Melinda. “Eppure”, ha aggiunto, “se fosse messo nelle condizioni di comprenderli e farli propri, il consumatore ne trarrebbe un reale miglioramento del suo benessere, con vantaggi anche per l’intero sistema sanitario”. 

Per superare questi problemi è quindi necessario creare un nuovo ponte tra imprese, istituzioni e distributori per sviluppare nuove soluzioni e strategie innovative a sostegno di una comunicazione più consapevole e trasparente. Un appello condiviso dai rappresentanti della GDO che, nell’occasione hanno sottolineato l’importanza di un dialogo efficace e il ruolo del modello cooperativo nel promuovere quelle richieste che interessano l’intera catena produttiva dal campo alla tavola. “La presenza delle Istituzioni può essere un'opportunità preziosa per portare alla luce, in modo costruttivo, i limiti normativi attuali e proporre spunti per un confronto più ampio”, ha dichiarato Paolo Pagali, buyer di Conad. “La nostra realtà, così come altre è essa stessa una forma aggregativa espressione dei consumatori”, ha aggiunto Germano Fabiani, responsabile ortofrutta di Coop Italia. “E chi, più del consumatore, ha diritto a un cibo sano, a filiera corta, che fa bene alla salute? Questo legame tra salute, cooperazione e sostenibilità è un messaggio forte che, oggi più che mai, dobbiamo rilanciare insieme. L’auspicio è che tutte le organizzazioni di produttori facciano squadra e lavorino insieme a fianco della ricerca per dare ancora più forza e autorevolezza ai nostri sforzi per il raggiungimento di obiettivi comuni nell’interesse dell’intera filiera e di tutti i consumatori”, ha concluso.

Autore: Ufficio Stampa Melinda - Martina Valentina
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