Lavoro e digitalizzazione
Grazie alla disponibilità della prof. Barbara Poggio, pubblichiamo l'introduzione al numero monografico di "Sociologia del lavoro" dal titolo "Lavoro e digitalizzazione: soggettività, controllo e qualità del lavoro nella quarta rivoluzione industriale ".
A cura di:
Anna Carreri, Università di Verona e Università di Hasselt
Giorgio Gosetti, Università di Verona
Barbara Poggio, Università di Trento
Questo numero monografico riflette su come la qualità del lavoro e della vita lavorativa stanno cambiando a seguito della digitalizzazione. Viene ricostruito l'attuale dibattito cercando di andare oltre una visione deterministica e polarizzata degli effetti di queste tecnologie sui processi di controllo del lavoro, autonomia e assoggettamento.
Il dibattito sulla diffusione delle tecnologie digitali nei luoghi di lavoro soffre della scarsità di studi empirici e resta il più delle volte sul piano della riflessione teorica o delle stime sul futuro del lavoro. In letteratura, vi sono da un lato gli studiosi che vedono nella diffusione delle tecnologie digitali l’aumento della produttività e l’opportunità per migliorare la qualità del lavoro (Brynjolfsson e McAfee 2014; Newell e Marabelli, 2015), e dall’altro gli studiosi che evidenziano i rischi della perdita di un numero crescente di posti di lavoro, la crescita delle diseguaglianze e il peggioramento delle condizioni lavorative (Constantinides et al., 2018; De Stefano, 2016; Frey e Osborne 2017; Neufeind et al. 2018; Moore 2018; Spencer 2017).
Al di là della discussione sull’effetto macro e quantitativo del cambiamento tecnologico sull’occupazione, cioè sui saldi occupazionali e sulla composizione della domanda, che vede ancora una volta il contrapporsi degli ottimisti e dei pessimisti, ciò su cui interessa richiamare l’attenzione in questo numero monografico è come il modo di lavorare stia mutando nei diversi e concreti luoghi di lavoro e con quali conseguenze in termini di qualità del lavoro e della vita lavorativa. Più puntualmente, l'obiettivo è quello di evidenziare come cambiano le condizioni e i contenuti del lavoro con l'introduzione delle nuove tecnologie dal punto di vista dei soggetti coinvolti (lavoratori/trici ma anche il management). Lo studio approfondito delle dimensioni che concorrono a produrre una buona o cattiva qualità del lavoro e della vita lavorativa va declinato differentemente a seconda di alcuni fattori discriminanti attinenti a livello micro al profilo del/la lavoratore/trice, a livello meso al tipo di organizzazione e settore economico, e a livello macro al sistema-paese.
Campi di analisi
Un primo campo di analisi è il concetto stesso di qualità del lavoro e della vita lavorativa (Gallie 2007; Gallino, 1983; Gosetti, 2012; Green 2006; Guillén e Dahl 2009; La Rosa, 1983; Muñoz de Bustillo et al., 2011). Dal momento che questa prospettiva analitica per definizione si mantiene aperta e flessibile, diventa necessario oggi ridiscuterla a partire da una contestualizzazione nei luoghi di lavoro attraversati dagli attuali grandi cam- biamenti portati dalla digitalizzazione. Alcune dimensioni del concetto classico di qualità del lavoro (Taylor, 1979) come sviluppo personale, potere individuale, partecipazione, impatto sulle attività extra-lavorative ap- paiono a distanza di quasi quarant’anni assolutamente attuali, e costituiscono vere e proprie riscoperte degli approcci più recenti all’analisi del lavoro, anche con specifico riferimento al tema della digitalizzazione (Pon- zellini, 2018). In questo quadro, risulta di particolare interesse analizzare come sta cambiando con la digitaliz- zazione la qualità del lavoro e della vita lavorativa comparando diversi paesi e/o diversi settori (Keune e Dek- ker, 2018).
Alcune dimensioni della qualità del lavoro sembrano più colpite dall’utilizzo delle tecnologie digitali. In particolare, la dimensione della complessità relativa al contenuto del lavoro e allo sviluppo di competenze è un aspetto centrale della digitalizzazione del lavoro che necessita di ulteriori approfondimenti, ad esempio rispetto alle diverse implicazioni in termini di classe d’età e figura professionale. A tal proposito, Hirsch-Kreinsen (2016) evidenzia l’esistenza di due diverse ipotesi in letteratura: quella del miglioramento delle qualificazioni e del contenuto delle mansioni che divengono più ‘intellettuali’ a tutti i livelli in conseguenza della diffusione delle nuove tecnologie, e quella della polarizzazione delle qualificazioni che vede invece la polarizzazione di due gruppi e la riduzione sostanziale delle fasce intermedie.
Un’altra dimensione del concetto di qualità del lavoro e della vita lavorativa che inseguito al processo di digitalizzazione si presta a molteplici interpretazioni è quella dell’autonomia e del potere individuale. Le nuove tecnologie consentono infatti di sviluppare forme nuove e più sofisticate di controllo e di sorveglianza da parte del management (Zuboff, 2015). D'altro canto, esse potrebbero rappresentare uno strumento per realizzare una più ampia partecipazione e democrazia del lavoro lasciandosi alle spalle le forme più tradizionali di coordinamento gerarchico, nonché offrire nuovi spazi collettivi o individuali per l'autodeterminazione.
A tal proposito, le tecnologie si sono rivelate abilitanti per l’autonomia spazio-temporale. Un terzo aspetto colpito in modo radicale dal processo di digitalizzazione del lavoro è proprio la qualità del rapporto fra vita e lavoro, considerato che le nuove tecnologie liberano un numero crescente di lavoratori/trici dal vincolo taylor- fordista del tempo-luogo unico per il lavoro. Tuttavia, l’utilizzo dei diversi dispositivi che consentono i controlli a distanza è solo agli inizi e sarà certamente potenziato dalle possibilità offerte dall’economia di piattaforma, dallo stivaggio, estrazione e analisi delle informazioni, dalla creazione di algoritmi sempre più sofisticati e dall’intelligenza artificiale, con conseguenze sulla vita di lavoratori/trici – anche in termini di genere – che restano ancora da chiarire (Las Heras et al., 2017).
Contributi di:
Dario Fontana e Giovanni Solinas – Qualità del lavoro nell’industria digitalizzata: risultati di una ricerca empirca
Angelo Moro, Matteo Rinaldini – Le conseguenze dell’innovazione tecnologica sulle forme di controllo del processo di lavoro in quattro “fabbriche 4.0”
Juan Sebastian Carbonell – The Factory of the Future? The Contradictory Restructuring of an Assembly Line in France
Barbara Da Roit, Francesco E. Iannuzzi – Trasformazioni del lavoro operaio tra mutamento tecnologico e contesto socio-produttivo. Una ricerca nella manifattura veneta
Filippo Andrei, Attila Bruni, Lia Tirabeni - Fra corpi e dispositivi: processi di digitalizzazione e benessere dei lavoratori nella Quarta Rivoluzione Industriale
Federico De Stavola – Potere, controllo e soggettività nelle piattaforme digitali di food delivery: un’analisi foucaltiana dell’app latinoamericana Rappi
Daniela Leonardi – Piattaforme digitali e lavoratori on demand: contraddizioni, conflitti e processi di (contro) soggettivazione. Inchiesta con i rider a Torino.