L’Economia Sociale e la nuova sfida del “fare welfare in Italia” attraverso l’Amministrazione Condivisa
Si tratta di un'opportunità concreta che consente di dare nuova linfa alla democrazia, a patto di saper affrontare i nodi cruciali e di impegnarsi in un cambio di passo sia sul piano tecnico sia culturale. Così si ricolloca la fiducia tra pubblica amministrazione e Terzo Settore, e, al contempo, tra cittadini e istituzioni. L’Economia Sociale, in tal senso, è un ponte di collegamento.
Oggi a Roma, durante il convegno promosso da Euricse e dal Consiglio Nazionale dell'Economia e del Lavoro (CNEL), si è messo un focus sullo stato dell’arte e della ricerca, in Italia. Al dibattito, moderato da Gianluca Salvatori, segretario generale di Euricse, hanno partecipato rappresentanti del mondo della ricerca, del Terzo Settore e di ospiti istituzionali.
Il Prof. Carlo Borzaga, Presidente emerito di Euricse, ha ricevuto una dedica speciale da parte di Renato Brunetta, intervenuto in apertura al convegno, già Ministro della Pubblica Amministrazione e recentemente nominato Presidente del CNEL, che ha raccolto il testimone da Tiziano Treu. Brunetta ha ribadito il valore del Terzo Settore, che ridà valore centrale al ruolo della persona, al di là delle singole logiche monetarie.
La ricerca di Euricse "Il nuovo welfare collaborativo in Italia: Co-programmazione e co-progettazione come strumenti per l'innovazione del welfare locale" è la prima indagine a livello nazionale che approfondisce l'applicazione concreta dell'articolo 55 del Codice del Terzo Settore, che ha introdotto strumenti per promuovere una nuova concezione, più collaborativa e paritaria, dei rapporti tra Stato ed enti del Terzo Settore. Un crescente interesse che si è via via sviluppato fino a diventare tema importante di politiche europee ed istituzionali.
Gian Paolo Gualaccini, consigliere CNEL e capo delegazione Terzo Settore, ha sottolineato che «Il bene pubblico non può essere perseguito solo dagli enti pubblici ma gioca un ruolo fondamentale il Terzo settore attraverso le organizzazioni del privato sociale. L’art. 55 del Codice del Terzo settore prevede nuove forme di co-programmazione e co-progettazione pubblico-privato che vanno sostenute e incentivate. Un cambio di paradigma epocale non solo a livello italiano, ma europeo e internazionale che rappresenta la sfida più importante per l’economia».
Gianluca Salvatori, segretario generale di Euricse, ha ribadito che «Euricse, istituto di ricerca che da tempo studia l'Economia Sociale e le sue molteplici forme, ne indaga luci e ombre a fronte di un dibattito europeo in evoluzione e in fermento. Come confermato dalla recente risoluzione delle Nazioni Unite che riconosce la promozione dell'economia sociale e solidale tra i fondamenti per uno sviluppo sostenibile. In questo scenario, va riconosciuto che l'Italia è un precursore grazie alla presenza storica del Terzo settore che è parte essenziale, in quanto esprime un aspetto decisivo del nostro “vivere insieme”, ma anche grazie a una legislazione innovativa in tema di amministrazione condivisa».
Il Prof. Luca Fazzi dell'Università di Trento e coordinatore scientifico della ricerca è entrato nel merito dell'indagine: «La ricerca evidenzia sia gli effetti positivi che quelli negativi riscontrati nelle indagini condotte su venti casi di co-progettazione in sette regioni italiane. Di questi solo tre hanno avuto pieno successo, sette sono state le situazioni ibride e dieci i fallimenti. Si tratta di una forte indicazione delle questioni ancora aperte: le amministrazioni pubbliche sono solo in parte pronte ad adottare nuovi stili di governance e d’altro canto il terzo settore è solo in parte espressione della società civile e capace di leggerne i bisogni. Sebbene lo scopo della collaborazione sia quello di far lavorare insieme attori diversi, ci sono ancora incomprensioni e talvolta una perdita di fiducia nella collaborazione, spesso dovuta al fatto che attori con competenze, valori ed esperienze diverse affrontano lo stesso problema, ma con linguaggi e significati diversi».
Il Prof. Marco Accorinti dell'Università degli Studi Roma Tre, studioso dei sistemi di welfare locali, si è soffermato proprio sul valore dela“sfida della co-progettazione” ovvero del nuovo modo di “fare welfare” in Italia e sull'impatto che lo stesso può avere. «La co-progettazione realizza un'attività collaborativa in cui le parti sono corresponsabili, condividono obiettivi, ma anche risorse (di vario tipo), a partire dal "capitale umano e professionale". La Valutazione di Impatto Sociale, prevista dal Codice del Terzo Settore, in considerazione delle sue finalità, dovrebbe essere attivata avendo chiari i bisogni di riferimento e, quindi, gli obiettivi di cambiamento (attesi); da qui l'intima connessione con la co-progettazione. Ancora una volta, gli assistenti sociali diventano centrali nella lettura dei bisogni».
«Anci segue costantemente l'evoluzione e l'attuazione della riforma del Terzo Settore» - ha confermato Luca Vecchi, sindaco di Reggio Emilia e delegato Anci sulle tematiche di welfare - «L'incontro di oggi è stato un'occasione fondamentale per ribadire l'importanza dell'amministrazione condivisa, delle esperienze di co-programmazione e co-progettazione, che stanno contribuendo a innovare il welfare delle città, e del rapporto tra Comuni e Terzo settore nella gestione dei beni comuni. È necessario prevedere risorse e incentivi di natura premiale per favorire la nascita e la diffusione virale di nuove pratiche di innovazione sociale ispirate ai principi dell'economia condivisa».
Al convegno è intervenuta anche la portavoce del Forum del Terzo Settore Vanessa Pallucchi, che si è soffermata sulla costruzione di codici culturali comuni per mettere le gambe agli innovativi istituti di amministrazione condivisa previsti dalla riforma del Codice del Terzo Settore. «L'Amministrazione condivisa è opportunità per stabilire nuovi equilibri pubblico-privato, tra p.a. e cittadini. Ma strumenti normativi non bastano per un reale cambio di passo: serve un cantiere culturale, dove riattivare la partecipazione anche all’interno del Terzo Settore».
Luca Antonini, giudice della Corte Costituzionale, tra gli estensori della sentenza 131/2020, che ha rivoluzionato il concetto del ruolo dell’amministrazione pubblica nell’aprirsi al mondo della società solidale attraverso l’art. 55 del nuovo codice del Terzo Settore, si è soffermato sull’importanza rivoluzionaria degli strumenti della co-progettazione e della co-programmazione. Recentemente la Corte costituzionale è poi tornata nuovamente ad esprimersi sul Terzo settore, offrendo un inquadramento costituzionale attraverso la sentenza 72/2022, che pone l’accento su quegli enti che si avvalgono prevalentemente dell’attività di volontari associati (Odv).
LA RICERCA SUL WELFARE COLLABORATIVO
Data la corposità del lavoro di ricerca, i risultati sono resi disponibili in tre Report, dei quali due già disponibili, ed un terzo in arrivo nelle prossime settimane.
Il primo, Il nuovo welfare collaborativo in Italia: Co-Programmazione e Co-Progettazione come strumenti per l’innovazione del welfare locale inquadra l’evoluzione del welfare locale a livello nazionale e illustra il contesto di riferimento del nuovo welfare collaborativo, con una prima valutazione degli effetti positivi e delle criticità emerse dall’indagine condotta da Euricse.
Il secondo, Abilitare la collaborazione. Presupposti, vincoli, e condizioni della co-progettazione in Italia, approfondisce, utilizzando le interviste e i materiali raccolti, le condizioni che abilitano le co-progettazioni e costituiscono i prerequisiti intorno ai quali possono essere costruiti processi di reale condivisione di intenti e obiettivi per il governo del welfare locale tra settore pubblico e Terzo settore in Italia.
Fonte: Ufficio Stampa Euricse