Il potenziale trasformativo dell’impresa sociale
Carlo Borzaga, per chi non ha avuto l'onore di conoscerlo, è stato uno studioso e docente dell'Università di Trento, oltre che fondatore dell’Istituto di ricerca Euricse, che promuove la conoscenza e l’innovazione nelle imprese cooperative, sociali e nelle organizzazioni non profit di carattere produttivo. Il prof. Borzaga era molto più di un accademico: con un impegno significativo sia a livello nazionale che internazionale, ha unito la sua ricerca al volontariato e alla promozione di iniziative sociali, dimostrando che si può essere imprenditori non solo per il profitto o per la mutualità, ma anche per produrre beni e servizi di interesse generale e per gestire beni comuni.
L'incontro è stato inaugurato dal Rettore dell'Università di Trento, Flavio Deflorian, che ha ringraziato i presenti e sottolineato l'importanza delle ricerche del prof. Borzaga per l'Ateneo e la comunità scientifica internazionale. Giulia Galera, ricercatrice senior di Euricse e membro del consiglio di amministrazione della rete EMES, ha dialogato con gli ospiti sul tema dell’impresa sociale, un fenomeno relativamente recente che coniuga solidarietà e impresa. «Avendo collaborato con Carlo Borzaga per oltre venti anni, moderare questa sessione è per me un grande onore e motivo di profonda emozione» – ha detto la Galera.
Nata in Italia a fine anni Settanta, l'impresa sociale è espressione della capacità di auto-organizzazione della società. Questo modello innovativo si basa sulla mobilitazione volontaria dei cittadini e delle cittadine promuove forme partecipative di gestione di beni e servizi di interesse generale, sfidando i modelli orientati esclusivamente alla massimizzazione del profitto. Uno strumento importante in un'epoca contraddistinta da molteplici sfide sociali, economiche, e ambientali e da un drammatico aumento di "nuovi poveri" e crescenti disuguaglianze.
I relatori del panel, accademici ed esperti che negli anni hanno collaborato con il professor Borzaga, hanno offerto interessanti spunti di riflessione sul suo lavoro.
Benedetto Gui, professore dell'Istituto Universitario Sophia, ha discusso il passaggio dalla pratica alla teoria nell'osservazione delle imprese sociali, ricordando le prime esperienze pratiche analizzate insieme a Borzaga. «Dall'osservazione delle prime iniziative di impresa sociale, siamo passati all'elaborazione teorica, stimolati dalle caratteristiche uniche di queste imprese» - ha spiegato il Professor Gui.
La prof.ssa Anna Grandori, dell'Università Bocconi di Milano, ha sottolineato come gli studi di Borzaga abbiano rivoluzionato il concetto di impresa, sfidando l'idea dominante degli anni Ottanta che le imprese fossero esclusivamente capitalistiche. «Fin dagli anni Novanta, osservando i trend delle organizzazioni emergenti - ha affermato la docente - grazie a Borzaga, si è compreso che il sistema economico è molto più complesso e include tipi di imprese con caratteristiche diverse».
La prof.ssa Mary O'Shaughnessy, della Cork University Business School ha spiegato come la rete di ricerca EMES e il prof. Borzaga abbiano inaugurato un nuovo filone di ricerca a livello internazionale che prende le mosse da una critica dell’economia capitalistica, e si focalizza su una tipologia di impresa che persegue una esplicita finalità sociale. Ha sottolineato come l'impresa sociale rappresenti un nuovo soggetto istituzionale con caratteristiche proprie destinato a rivestire un ruolo crescente nell'economia globale. Ma si tratta anche di un ambito di ricerca di frontiera che chiama in gioco più ambiti disciplinari.
Il professor Lorenzo Sacconi dell’Università Statale di Milano in conclusione si è soffermato sull’unitarietà della figura di Carlo Borzaga, il cui contributo è stato non solo a livello teorico, ma anche nel disegnare interventi di policy e strategie organizzative, nell’ottica di valorizzare il potenziale dell’impresa sociale e riformare le teorie elaborate attraverso l’analisi critica di questo fenomeno. Come evidenziato dal pensiero del prof. Borzaga ha sottolineato l'importanza di difendere le caratteristiche distintive delle imprese sociali, distinguendole dalle imprese tradizionali incluse quelle con una vocazione sociale.