Cooperative sociali trentine e imprese profit, nuove filiere produttive ed occupazionali
Come sviluppare una maggiore collaborazione tra cooperative sociali e imprese trentine, favorendo l’inserimento lavorativo di persone svantaggiate? Il nuovo progetto Euricse sulle filiere produttive ed occupazionali, finanziato da Fondazione Caritro e avviato oggi con un kickoff virtuale, metterà a disposizione del mondo cooperativo e imprenditoriale locale delle linee guida per la realizzazione di nuove forme di collaborazione. Alla presentazione online dell’iniziativa hanno partecipato i primi 14 partner: le cooperative Progetto 92, Alpi, Vales, Gruppo 78, Lavoro, Oasi Tandem, il consorzio Consolida, AM service, la Federazione Trentina della Cooperazione, l’Agenzia del Lavoro ma anche Confindustria, CIA Agricoltori Italiani e due network di imprese sociali internazionali, ENSIE (European Network of Social Integration Enterprises) e La féderation des enterprises d’insertion.
Il contesto
In provincia di Trento l’inserimento lavorativo di persone svantaggiate è molto sviluppato, grazie alla presenza di 23 cooperative sociali di tipo B che hanno garantito occupazione stabile nel 2018 a oltre 500 lavoratori svantaggiati ai sensi della legge 381/1991. Più in generale, nello stesso anno, complessivamente, sono state inserite quasi 2000 persone con difficoltà occupazionali grazie alle diverse politiche attive del lavoro locali. Si tratta prevalentemente di persone con disabilità fisica o invalidità psichica, ma sempre più l’inserimento lavorativo si rivolge anche a nuove categorie marginalizzate dal mercato del lavoro, come i giovani NEET.
Nonostante le cooperative sociali trentine si presentino mediamente ben strutturate ed economicamente stabili, nonché attive in settori sufficientemente eterogenei, si osserva come - più che in altri territori - esse producano comunque beni e servi prevalentemente a favore dell’ente pubblico. In base ai dati ImpACT di Euricse, infatti, in media le loro entrate sono generate al 62% da contratti con la PA.
Il progetto sulle filiere produttive e occupazionali
Per poter crescere e svilupparsi ulteriormente, ma anche per offrire sempre più occupazioni e specializzazioni ai lavoratori svantaggiati, le cooperative sociali trentine possono quindi trovare nuove opportunità nell’aprirsi alla produzione su committenza privata, instaurando rapporti più strutturati con il tessuto produttivo locale, puntando alla generazione di partnership e di filiere - anche con contratti di rete - con le imprese trentine.
La ricerca di Euricse, avviata ufficialmente oggi con un incontro di kickoff online al quale hanno partecipato i rappresentanti delle 14 realtà coinvolte, ma che conta di coinvolgere in itinere numeri crescenti di imprese, metterà a disposizione una “cassetta per gli attrezzi” per la sperimentazione di nuove pratiche e nuove azioni.
Partendo dallo stato dell’arte in Trentino, e prendendo spunto da quanto avviene nel resto d’Italia e in altri paesi europei, Euricse studierà i settori in cui le cooperative sociali trentine potrebbero realizzare nuove partnership, le modalità secondo le quali strutturarle e gli strumenti normativi e di policy che possono incentivarle.
Inoltre, lo studio aprirà lo sguardo anche alle categorie di soggetti fragili che attualmente non sono inclusi nelle categorie di svantaggio riconosciute, come i NEET, i detenuti e gli over 50 provenienti dalla mobilità. La presenza tra i partner di realtà come Confindustria e CIA permetterà ai ricercatori di entrare in contatto con la “sensibilità” delle imprese ad aprirsi alla collaborazione con le cooperative sociali.
“Il rafforzamento dei rapporti tra cooperative sociali e imprese trentine – ha commentato la ricercatrice di Euricse Sara Depedri - ha un forte potenziale economico e sociale, anche perché finora è stata troppo poco esplorata e praticata a livello locale. Ci sono opportunità di generazione di filiere locali e di innovazioni di prodotto, ma deve essere anche un lavorare insieme con la volontà e la motivazione di valorizzare le persone più fragili.”
“Questa iniziativa costituisce un impegno concreto – ha sottolineato Filippo Manfredi, direttore generale di Fondazione Caritro – per comprendere le linee di possibile sviluppo tra imprese e cooperative sociali. Si tratta di un progetto di ricerca che permette di individuare ostacoli e lacune, ma al contempo anche soluzioni. Con questa iniziativa Fondazione Caritro ribadisce quanto fatto sinora in termini di creazione di partnership virtuose che permettano di contribuire all'inserimento lavorativo delle categorie più fragili”.
“L’interesse del consorzio al progetto è legato all’esigenza crescente di collaborare con il mondo delle imprese profit così da ampliare i contesti facilitanti per l’inclusione e l’inserimento lavorativo delle persone più vulnerabili”, ha evidenziato Serenella Cipriani, presidente Consolida. “È importante per noi perseguire questa direzione all’interno di un percorso condiviso di ricerca e analisi che ci aiuti a rivedere le nostre prassi anche alla luce dei nuovi strumenti, giuridici ed organizzativi, che si stanno facendo strada”.
“Riteniamo di vero e concreto impatto ciò che il titolo del progetto "Filiere produttive e occupazionali" indica in sintesi, vale a dire l’obiettivo di offrire alle cooperative sociali trentine di tipo B, spunti di riflessione e linee guida per la realizzazione di nuove forme di collaborazione con le imprese profit, sperimentando azioni di filiera anche con eventuali rapporti di partnership più strutturati”, è intervenuta Maria Cristina Poletto, responsabile Education e Formazione di Confindustria.
“L'agricoltura – ha messo in evidenza il presidente di CIA Trentino Paolo Calovi - da sempre svolge un'azione sociale ed un ruolo formativo e ricreativo rivolto anche alle persone più fragili. Si tratta, anche in Trentino, di proseguire su questa strada utilizzando al meglio quanto già costruito nel rispetto della legislatura esistente”.
“Ci fa molto piacere partecipare a questo progetto con le cooperative sociali soprattutto in un momento nel quale l’emergenza Covid e la crisi correlata sta causando ulteriori difficoltà occupazionali ai più deboli”, ha fatto notare Laura Pedron, dirigente dell’Agenzia del Lavoro. “La tematica dell’inserimento lavorativo è sempre importante, ma nei momenti di recessione il rischio di dimenticarsi degli ultimi aumenta”.
Fonte: Euricse