Andamento economico e occupazionale. Si accentuano le disuguaglianze tra settori
Il primo trimestre del 2021 è stato segnato dalla fase terminale della seconda ondata pandemica e dall’avvio della terza, una dinamica preoccupante, che ha impedito alle pubbliche autorità di allentare, anche solo parzialmente, i provvedimenti restrittivi per evitare il diffondersi del contagio.
In termini economici, i dati dell’indagine congiunturale di questo periodo – curata dall’Ufficio studi e ricerche della Camera di Commercio, in stretto collegamento con ISPAT-Istituto di statistica della Provincia – registrano un accentuarsi dell’asimmetria tra l’andamento dei vari settori. Per alcuni la crisi si è ulteriormente aggravata, divenendo di fatto drammatica, come per il comparto turistico che ha perso completamente l’intera stagione invernale e anche il periodo legato alle festività pasquali.
In questo primo trimestre i settori che hanno manifestato le maggiori contrazioni di fatturato su base tendenziale, con riduzioni prossime o superiori al 50%, sono i ristoranti-bar, le attività sportive-ricreative-di intrattenimento, il ricettivo e il settore degli impianti a fune, che ha perso quasi la totalità del fatturato (-98,9%). Meno marcata la perdita per i servizi alla persona (-14,1%), che non sono stati interessati da provvedimenti restrittivi così severi.
I settori tradizionalmente indagati dall’indagine congiunturale presentano invece variazioni in aumento, ad eccezione del commercio al dettaglio (-6,3%). I trasporti si connotano per una dinamica pressoché stagnate (+0,4%), mentre gli altri comparti presentano variazioni positive più sostenute; di particolare rilevanza quella che riguarda il manifatturiero (+9,2%), che risulta essere già in piena ripresa. Complessivamente, considerando tutti i settori investigati nell’indagine, la stima della variazione tendenziale del fatturato trimestrale è pari a -9,0%.
Anche in questo trimestre, l’occupazione denota differenze percentuali più contenute, determinate dai provvedimenti governativi che di fatto hanno impedito i licenziamenti. Tuttavia, nel ricettivo gli occupati si contraggono del -55,6%, nei ristoranti-bar del -26,8%, nelle attività sportive-ricreative del -13,0% e negli impianti a fune del -69,2%. Tutti gli altri comparti esaminati presentano invece delle variazioni più moderate, comprese tra -4,4% per i trasporti e +3,2% per i servizi alle imprese. Riveste inoltre particolare rilevanza la crescita occupazionale nei settori del manifatturiero (+1,5%) e delle costruzioni (+3,0%).
Per il complesso dei settori esaminati, si stima una perdita occupazionale pari a -6,2%.
Il giudizio dato dagli imprenditori trentini sulla redditività e sulla situazione economica delle proprie aziende è lo specchio dell’andamento del settore di riferimento. Tra le imprese del ricettivo e dei ristoranti-bar si rileva una percentuale di giudizi insoddisfacenti pari a circa il 90%. Migliora appena quello legato alle attività sportive-ricreative e di intrattenimento con oltre il 64% delle imprese insoddisfatte della loro redditività. In una situazione intermedia si collocano i settori dei trasporti, del commercio al dettaglio e dei servizi alla persona, con circa un terzo di giudizi negativi. I restanti settori esaminati esprimono commenti più positivi, come le costruzioni, i servizi alle imprese e il manifatturiero.
Le prospettive per i prossimi mesi sono senza dubbio favorevoli. L’evoluzione della campagna vaccinale e l’arrivo del caldo hanno sensibilmente ridotto la diffusione del virus favorendo riaperture sempre maggiori e generalizzate. Da qui a un anno, il 30,9% degli imprenditori ritiene quindi che la situazione economica della propria azienda sarà in miglioramento, il 55,3% reputa che sarà stazionaria, mentre il restante 13,8% prevede che peggiorerà.
“Questa crisi – ha spiegato Giovanni Bort, Presidente della Camera di Commercio di Trento – sta producendo ulteriori danni, contingenti e strutturali. Mi riferisco in primis alla forte riduzione della manodopera stagionale disponibile per i settori ricettivo e della ristorazione, in parte riconducibile allo spostamento su altri comparti di lavoratori stagionali, rimasti precedentemente disoccupati, e in parte collegato alle difficoltà di spostamento del personale dagli stati esteri.
Un ulteriore elemento di incertezza è legato alla disponibilità di materie prime. Lo stop del 2020 e la repentina ripresa della domanda di una parte del settore manifatturiero hanno innescato forti tensioni sui prezzi dei beni energetici, dei metalli e di altri materiali per le lavorazioni di base, creando forti disagi soprattutto presso le imprese del settore edile.
Infine – ha concluso il Presidente Bort – preoccupa l’asimmetria degli effetti della crisi, che una parte del mondo produttivo ha patito in maniera più severa, e che potrà essere sanata solo a fronte di un sensibile supporto garantito soprattutto dalle amministrazioni pubbliche e dal mondo del credito”.
“Con la Legge provinciale 7/2021 - ha commentato Achille Spinelli, Assessore allo sviluppo economico, ricerca e lavoro della Provincia autonoma di Trento – sono stati stanziati i fondi necessari a sostenere settori, come il turismo e tutte le attività collegate, che più di altri hanno patito le conseguenze della crisi pandemica. Ci auguriamo che si sia trattato dell’ultimo intervento di ristoro dei danni subiti e che il prossimo sia di rilancio e di investimento, per favorire la ripresa economica e la crescita dimensionale delle imprese trentine. I segnali positivi dell’indagine, presentata oggi dall’Ufficio studi e ricerche della Camera di Commercio di Trento, ci permettono di pianificare in questo senso e ragionare in termini di prospettiva”.
La pubblicazione integrale ”La congiuntura economica in provincia di Trento e gli effetti dell’emergenza Covid-19” e le slide sono disponibili sul sito della Camera di Commercio di Trento.
Fonte: Cciaa Trento